Il personaggio del mese: Antonio Dibenedetto, guantoni d’oro

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I guantoni, impregnati di sudore, di terra, erba o sabbia, ma anche di sacrifici, di dolori e di fatica. Le mani di un portiere, le ginocchia, i gomiti indolenziti, spesso sanguinanti. E’ il campo di calcio, quello delle categorie minori, il campo di periferia, quello che ti forma. E’ quello che rappresenta l’inizio della carriera di Antonio Dibenedetto, da Barletta, detto Zazzà, suo storico soprannome, uno dei più forti portieri di calcio a 5 di sempre in Puglia. Lui nasce nella città della Disfida il 14 ottobre del 1975 e come tanti altri portieri inizia la carriera passando dalla strada al calcio a undici. Cresce e si fa le ossa, nel vero senso della parola, ma poi arriva subito l’opportunità di calarsi in una nuova realtà, quella del calcio a 5.

Dibenedetto, rigorosamente tutto attaccato, ha già giocato a calcio tra settore giovanile e serie minori e nella stagione 1995-1996 è tesserato nel Trani, impegnato in Serie C2. Già a ventuno anni entra a far parte del roster del Club Sportif Ville Neuve di Barletta, squadra salita nel 1996 in Serie B, con Biagio Stragapede in panchina e con Ciccio Vaccariello in attacco, più Marcello Borraccino e Ruggiero Passero come altri tasselli di qualità. La matricola pugliese arriva settima, poi centra di nuovo la permanenza, ma è costretta dopo due anni a rinunciare all’iscrizione all’allora costoso campionato cadetto.

La stagione 1998-1999 è quella della grande cavalcata del Belle Arti di mister Lello Corcella, compagine di Barletta di Serie C, al terzo anno di attività, dove Tonio Dibenedetto vi è approdato in estate. In realtà è la grande annata del calcio a 5 barlettano, infatti, dopo l’uscita di scena del Ville Neuve, il Belle Arti e il Barletta C5 di mister Dazzaro si contendono il primato del girone A di Serie C, con l’approdo di entrambe ai play off promozione. Le due squadre giocano in casa all’aperto, il PalaDisfida Borgia verrà, infatti, ultimato soltanto nel 2004. Il Belle Arti gioca sul campo omonimo in zona Barberini, mentre la rivale cittadina calca il campo dell’oratorio Fra Dionisio di Viale Marconi.

Entrambe superano le semifinali play off, contro US Polignano e Belle Vue Talsano, così la finale vede di fronte nuovamente Belle Arti e Barletta C5, stracittadina emozionante che divide i tifosi. Nella partita di andata al Fra Dionisio il risultato finale è di 1-1, ma al ritorno al Centro Sportivo Belle Arti è il Cristian a imporsi per 3-2. Per Dibenedetto e compagni la delusione è grande ma tutto sommato, trattandosi di una squadra acerba e non ancora pronta al salto di categoria, il risultato era da considerarsi comunque esaltante.

In avvio della stagione successiva, Dibenedetto inizia con il Belle Arti ma già da novembre avviene il passaggio che gli cambierà la vita. Zazzà, infatti, firma con il Bisceglie C5 di Leopoldo Capurso che punta alla Serie B. I nerazzurri vincono il proprio girone davanti al Fovea, poi, dopo aver superato l’US Polignano, vengono beffati in finale dal Belle Vue del fortissimo Michele Morrone. Al PalaDolmen, sotto 1-3, la squadra di Zazzà rimonta vincendo 4-3, ma al PalaFiom di Taranto la squadra del bomber Morrone s’imponeva per 2-1 e, per effetto della regola del maggior numero di reti realizzate in trasferta, in vigore all’epoca anche nel calcio a 5, otteneva il salto in Serie B.

L’appuntamento con la promozione nella cadetteria sarà solo rimandato di un anno, infatti, dopo aver vinto nuovamente il girone A di Serie C e superato in semifinale il Real Polignano, il Bisceglie s’imponeva nell’inedito triangolare finale sul Real Gravina e sulla neonata Futsal Barletta, col successo decisivo su un campo all’aperto in pessime condizioni di superficie, altro che futsal!

Ovviamente arrivava la conferma per il portierone barlettano, protagonista in un gruppo di biscegliesi guidati da mister Capurso. Nella stagione 2001-02, i nerazzurri sorprendono tutti arrivando al quarto posto nel primo storico campionato di Serie B con in squadra i vari Lupone, Gentile, Ventura, Chiereghin, Di Chiano, Sasso, Vaccariello e Giuseppe Rutigliani. La stagione successiva arrivano dal Barletta i compaesani Ricco, Cavaliere e Riefolo e il risultato finale è un buon quinto posto.

Nella stagione 2003-2004, Tonio Dibenedetto è prestato al Modugno, sempre in Serie B. Si tratta di una parentesi con un risultato finale amaro, infatti, termina con la retrocessione decretata ai play out contro il Città di Chieti, proprio nella stagione in cui a Bisceglie arrivano i primi brasiliani e la vittoria della Coppa Italia di Serie B. Zazzà rientra così in nerazzurro con l’obiettivo di vincere il campionato. In squadra ci sono i brasiliani Diego, Gemelli e Lorenzetti, mentre a novembre arriva l’argentino giocoliere Maradei al posto del partente Lorenzetti. Poi ci sono i vari Ricco, Di Chiano, Vaccariello e Guerra. La promozione in A2 sarà decretata proprio all’ultima giornata con il pareggio interno per 1-1 contro la rivale US Polignano. Il tutto con un finale thrilling, un palo colpito dai rossoverdi con Zerbini a 4’’ dal suono della sirena. Che brivido sotto gli occhi attoniti del barbuto portiere barlettano!

Capurso conferma Dibenedetto anche per la Serie A2, con firma di un biennale, dove gioca con i neoacquisti italo-brasiliani Lunardi, Fornari, Simon e Campagnaro, quest’ultimo dal Perugia scudettato, da novembre. Il Bisceglie chiude addirittura al secondo posto, dietro il Cinecittà, ma deve arrendersi al secondo turno dei play off contro il Torrino. Fatale fu anche la semifinale di Final Eight di Coppa Italia disputata proprio al PalaDolmen contro la corazzata Cinecittà, vincitrice ai rigori davanti a circa tremila spettatori. Per Dibenedetto non bastò il rigore parato al monumentale Leandro Planas. Voto 7,5. Aveva parato quasi tutto. L’ottima Final Eight portò Dibenedetto a partecipare a marzo anche a uno stage azzurro del CT Nuccorini con i compagni di squadra Campagnaro e Lunardi.

Con l’ammissione del Bisceglie in Serie A, Dibenedetto lasciava il posto a “Xuxa” Zaramello per ripartire dalla Serie B, dall’ambizioso Giovinazzo guidato da Francesco Chiaffarato. Infatti, in biancoverde, arrivava il secondo posto nel campionato cadetto, dietro al Modugno di Massimiliano Bellarte. A seguire i play off, persi contro il Futsal Vesevo e comunque la conseguente ammissione al campionato di Serie A2. In squadra c’erano anche Ricco e Di Trapani, entrambi dal Bisceglie, poi Depalma e i brasiliani Cilli, Neto, Foletto e Edu, quest’ultimo al centro di un caso che portò la squadra del presidente Carlucci al secondo posto dopo una sconfitta a tavolino proprio contro il Modugno per tesseramento non regolare.

Dibenedetto resterà per un’altra stagione, la prima in assoluto del Giovinazzo in A2. E’ un’annata tormentata, partita con mister Angelo Bommino in panchina e conclusa dal romano Massimo Ronconi. In squadra ci sono anche Cabezaolias, Edmar Lima, Juninho e “Cao” Pelentir. Si aggiungeranno Lovatel e Rafagnin, ma non eviteranno il terzultimo posto finale e quindi i play out. Superati Regalbuto e Team Matera, i biancoverdi si devono arrendere al Marcianise, ma il ripescaggio eviterà la discesa nella cadetteria.

Per la stagione 2008-2009 il Giovinazzo si affida a Kiko Bernardi, cosicché Dibenedetto fa il suo ritorno a Barletta, stavolta nella squadra di Antonio Dazzaro con Ricco, Cervello, Vaccariello e Riefolo. E’ un campionato difficile, partito con buoni propositi, ma con la quota salvezza a trentasette punti! Il Barletta perderà i play out nel doppio confronto contro Olimpiadi Bisceglie e saranno proprio i biancazzurri a far firmare a Dibenedetto il nuovo contratto in Serie B. Lo seguirà Ricco, per l’ottava stagione insieme. Nel Bisceglie C5 di Serie A, nel frattempo, Xuxa è andato via, lasciando l’appena ventenne Laion titolare. A dicembre, per Dibenedetto si apre la possibilità di tornare in nerazzurro e avere così la possibilità di giocare per la prima volta in massima serie. Cosa che accadrà dopo lo scambio con Daniele D’Addato. E’ il Bisceglie di Rodolpho, Dao, Pereira, Nicolodi e soprattutto Planas. L’esordio assoluto di Zazzà in Serie A avviene il 29 dicembre del 2009 al PalaJacazzi di Aversa in Napoli-Bisceglie 4-10, a risultato acquisito, subentrando a Laion. Saranno sette in totale le presenze effettive del portierone barlettano in questa stagione in Serie A.

La stagione seguente, Tonio Dibenedetto approda al Futsal Barletta di Leo Ferrazzano, dove centra i play off in Serie C1. Sarà poi ancora una volta il Bisceglie a riaccoglierlo, nuovamente in Serie A, dove gioca diverse partite da titolare, con la maglia numero 99, perché sua figlia Giulia è nata nel 1999, mentre Antonia è nata il 9 settembre, nono giorno, nono mese dell’anno. Vuoi mettere la scaramanzia dei numeri? Così, a quasi trentasette anni, conclusa la stagione 2011-12, l’ultima del Bisceglie C5 nella sua storia, Dibenedetto decide che è il momento giusto per appendere i guantoni al chiodo, il momento più alto della sua carriera, anche se con sole quattro presenze effettive. Gioca l’ultima stagione con Laion, gli argentini Nacho Caviglia e Franco Antonelli, poi De Cillis, Mocellin, Favero, Marcio Borges, Clayton e Kakà.

Parallelamente, Dibenedetto ha intrapreso la gestione, da presidente e da tecnico, della scuola calcio della Società Sportiva Crocifisso di Barletta, con ragazzi di diverse fasce di età impegnati nell’attività del calcio a 5 e del calcio a 11. E’ iniziata subito anche la sua carriera di allenatore nel futsal, sulla panchina dell’under 21 del Barletta (stagione 2012-13) e su quella della prima squadra di Dazzaro in Serie B (stagione 2013-14). Senza dimenticare la guida tecnica della squadra di beach soccer nel campionato nazionale. Un’altra esperienza memorabile prima di un lungo periodo d’inattività. Nel 2018, a sorpresa, Dibenedetto rientra in gioco alle soglie dei quarantatré anni come portiere titolare dell’Editalia di Barletta allenata dall’amico Ciccio Vaccariello, sempre lui. Lo fa con un paio di occhiali speciali. Lo fa soprattutto vincendo la Coppa Italia regionale e il campionato, una doppietta sensazionale!

Antonio fa calcio a 5 per divertimento, con spensieratezza, ripartendo con la voglia di rimettersi in gioco. La promozione in Serie B dell’Editalia è vanificata dalla mancata iscrizione al campionato nazionale, cosicché per Zazzà si è aperta un’altra porta, da chiudere ermeticamente, quella del San Ferdinando, compagine di Serie C1 che punta al ruolo di protagonista nella stagione 2019-20. Per Zazzà, con la sua barba ispida e bruna, la carriera non è ancora finita.

Francesco Dell’Orco