Il personaggio del mese: Leopoldo Capurso, il decano degli allenatori

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Leopoldo Capurso è il decano degli allenatori in Puglia. Una carriera iniziata trent’anni fa, sempre con piazzamenti importanti.

Leopoldo nasce a Bisceglie il 5 marzo del 1956, ha iniziato a giocare a calcio nelle fila del Bisceglie, poi passò al Rieti, durante l’anno del servizio militare e, infine, nel Don Uva Bisceglie. Portava già i baffi, era robusto e possente, grintoso e determinato. Un grave infortunio al ginocchio a soli venticinque anni ne comprometteva definitivamente la carriera dopo aver giocato sino alla Serie D. La passione per il calcio, nel mezzo quella per l’Inter, la conseguente voglia di iniziare ad allenare, inizialmente quasi per diletto, fino al conseguimento dell’abilitazione che avviene nel 1990, valida per il calcio e il calcio a 5. Erano gli anni in cui lo Sporting Club si avvicinava a questa nuova disciplina sportiva, così come l’Unisport, meteora del pentacalcio biscegliese. E’ proprio all’Unisport del presidente Tonino Ricchiuti che si consumava la sua prima esperienza di allenatore di “calcetto” che avviene nella stagione 1990-91, sui campi in erbetta del Vigiliensis, con i primi derby contro lo Sporting Club e i confronti contro squadre già di buon livello come Taranto e Olimpia Bari. Con l’uscita di scena dell’Unisport, Capurso va ad allenare lo Sporting Club portandosi con sé Bartolo Sasso, in squadra un giovane Nico Ventura e il futuro sindaco Francesco Spina. Nel 1993, lo Sporting è protagonista nel girone A di Serie C ma nei play off sono le squadre baresi ad avere la meglio. La carriera da allenatore di Capurso va avanti parallelamente nel calcio a undici, sempre allo Sporting Club, con il raggiungimento della Prima Categoria regionale e con l’impiego “doppio” di diversi atleti nelle due discipline. Con l’uscita di scena (1994) della squadra di calcio a 5 dello Sporting Club, il 30 novembre dello stesso anno, in uno studio notarile cittadino nasce il Bisceglie Calcio a 5. La squadra nascerà, vivrà e morirà con Capurso sempre in panchina, diciotto anni incredibili e incancellabili. Il primo presidente fu il commerciante Felice Nichilo. Il Bisceglie C5 disputerà ben sette campionati regionali prima di spiccare il volo verso la Serie B nel 2001. Durante questi anni Leopoldo ricoprirà un pò tutti i ruoli: da allenatore a preparatore atletico, da direttore sportivo ad autista del pulmino in trasferta, come raccontato dal fedele compagno di viaggio Nico Ventura in un libro sullo sport biscegliese. Dopo una prima stagione di collaudo, nel 1996 il Bisceglie C5 arriva a disputare la semifinale playoff contro il La Quercia Putignano di mister Napolitano e di uno scatenato Massimo Monopoli che vince grazie al maggior numero di reti realizzate in trasferta nel doppio confronto. Playoff raggiunti anche nel 1997 e nel 1998, sempre con l’approdo in semifinale. La stagione 1998/99 è quella che porta i nerazzurri a vincere la Coppa Puglia per poi disputare la fase nazionale. Il percorso s’interromperà solo in semifinale contro l’Olimpia Ischia che poi si aggiudicherà la coppa nazionale di Serie C. Questo è il Bisceglie C5 dei portieri Piero Di Leo e Giuseppe Cortellino, con i vari Giuseppe Di Chiano, Leo Gentile, Dino Lupone, Bruno Siciliano, Maurizio Di Pinto (‘67), Bartolo Sasso, Rino Valente, Francesco Angelico, Genny Mastrodonato, Alessandro Cini, Matteo Amoruso e Antonio Lombardi. Ad Ischia si giocò davanti a circa ottocento spettatori. E’ lì che Leopoldo realizzò le potenzialità di questo sport e l’importanza di giocare in un palazzetto capiente com’è del resto il PalaDolmen.

Nel 2000 Alfonso Russo prende in mano la presidenza della squadra nerazzurra, Leopoldo la porta alla finale regionale dove però il Belle Vue Taranto ha la meglio in un epico e drammatico doppio confronto. Il Bisceglie, infatti, vinse 4-3 in casa ma a Taranto i padroni di casa con Michele Morrone s’imponevano per 2-1 e all’epoca valeva la regola del maggior numero di reti realizzate in trasferta. Nel 2001 l’obiettivo era finalmente centrato. La squadra fu ulteriormente rinforzata, fu vinto il girone A, la semifinale playoff contro il Real Polignano e l’inedito triangolare finale con Real Gravina e Futsal Barletta. Finalmente, dopo diverse stagioni, il Bisceglie C5 era in Serie B! Dal 2001 al 2005 il Bisceglie disputa la cadetteria nazionale, quattro campionati sempre nelle prime posizioni, con la vittoria della Coppa Italia di categoria nel 2004, nella Final Four disputata al PalaDolmen davanti a quasi tremila spettatori, e la promozione ottenuta l’anno dopo grazie anche agli stranieri Diego, Gemelli e Maradei. In porta c’era Tonio Dibenedetto, il centrale era Franco Ricco, poi l’inossidabile Beppe Di Chiano e Ciccio Vaccariello, oltre al finalizzatore Enzo Guerra. Nella prima e unica stagione di Serie A2 (2005-06) il Bisceglie C5, rinforzatosi con i vari Di Trapani, Lunardi, Simon, Fornari e Campagnaro, raggiungeva subito i playoff dove però soccombe solo in finale contro i romani del Torrino di Andrea Rubei. Da non dimenticare l’epica Final Eight di Coppa Italia di Serie A2, dove il Bisceglie di Capurso deve arrendersi in semifinale solo ai rigori al cospetto della corazzata Cinecittà, sempre a Bisceglie, sempre davanti ad un pubblico da record.

L’ammissione al campionato di Serie A porterà la squadra di Capurso a vivere un’incredibile avventura durata ben sei stagioni. Servirebbe un libro per raccontarla, questi sono gli anni d’oro del calcio a 5 a Bisceglie e in Puglia. La conferma arriva dalla Nazionale italiana che disputa ben quattro incontri sul parquet del PalaDolmen in pochi anni, la doppia amichevole contro la Slovenia, 4 e 6 novembre 2004, e la doppia amichevole contro l’Iran, 18 e 19 novembre 2006. La società del patron Alfonso Russo vedeva in prima linea anche il vicepresidente e poi presidente Eugenio Pedone, il vicepresidente Vito Valente più vari dirigenti come: Saverio Catalano, Giulio Tritto, Giuliano Mastrototaro, Gianmarco Maenza, Arcangelo Lamanuzzi, il mitico Pierino Todisco, detto “il nonno”, Biagio Di Terlizzi e il segretario Giuseppe Franco, oltre agli addetti stampa e telecronisti Mino Dell’Orco (fino al 2005) e Gianluca Valente, e poi tutti gli altri collaboratori, interni ed esterni. Il vero braccio destro di mister Capurso però è sempre stato Roberto Chiereghin. Già giocatore anche in Serie B, Chiereghin diventava il vice di Leopoldo, rimanendo al suo fianco fino al periodo del Kaos Futsal, a Ferrara. Il Bisceglie C5 centrerà i playoff nelle prime cinque stagioni di Serie A, raggiungendo una storica semifinale nella stagione 2009/10, perdendo contro la Marca Futsal in gara-3, a Montebelluna, solo dopo i tempi supplementari e con alcune decisioni arbitrali discutibili. Nell’estate del 2006, Leopoldo era andato per la prima volta in Brasile, nel sud, in pieno inverno, spostandosi in auto su strade accidentate, alla scoperta di nuovi giovani calcettisti da portare a Bisceglie. Saranno individuati diversi fenomeni, Nicolodi e Mocellin su tutti.  Nella stagione 2006/07, con l’innesto del monumentale Leandro Planas a stagione in corso, i nerazzurri raggiungono anche la semifinale di Coppa Italia a Catania. In porta c’era Marco “Xuxa” Zaramello, rimpiazzato poi dopo tre stagioni dal giovane Laion, il suo vice era Claudio Lopopolo, poi parte del blocco della Serie A2 e il neo arrivato Gio Pedotti. Nella stagione seguente ci sono anche Rodolpho, Lastrucci, Todeschini, Parize e un già maturo Francesco “Sheva” De Cillis, autentica scoperta di mister Capurso già dai tempi dello Sporting Club. Il livello di quella Serie A era spaventoso. Planas tornerà in nerazzurro nel 2008, arriverà Dao mentre si affacciava stabilmente in prima squadra un giovane Nico Pedone. Nel 2009 c’è il ritorno di “Zazzà” Dibenedetto, arriva Alcides Pereira e vengono lanciati in Serie A i giovani Antonio Amoruso, Alberto Pedone, Angelo Cassanelli e Giuseppe Russo. Nelle ultime due stagioni ci saranno altri innesti, i più importanti saranno quelli di Jeffe, Jubanski, gli argentini Nacho Caviglia e Franco Antonelli, poi Marcio Borges, Clayton, Favero e soprattutto il bomber Kakà. Durante l’estate del 2012 arriva però l’amaro epilogo. Dopo diciotto stagioni, infatti, il Bisceglie C5 esce definitivamente di scena in un momento di profonda crisi economica generale, dopo ben sei campionati di Serie A e ben sei Final Eight di Coppa Italia disputate dal 2007 al 2012. Il Bisceglie C5 detiene tuttora la leadership in fatto di numeri per il futsal pugliese.

Per Capurso, il tecnico dal celebre cappellino portafortuna e che predilige il modulo 3-1, dopo una carriera vissuta a Bisceglie, inizia una nuova avventura sportiva, quella nella splendida Ferrara con il Kaos Futsal del presidente Angelo Barbi, con un contratto triennale, sempre in Serie A. Lo seguiranno il fido Roberto Chiereghin, l’amico Pierino Todisco e gli atleti Laion, Jeffe, De Cillis e Kakà. Sua moglie Angela vola a Bologna in aereo nel week end, quando è possibile, per seguire le gesta dei ferraresi. Con il settimo posto finale arriveranno i playoff e l’eliminazione ai quarti per mano della Luparense. Nella stagione successiva si aggiungono in organico gli altri ex Bisceglie: Pedotti e Pereira, avviene il trasferimento dal piccolo PalaBoschetto al più capiente Palasport di Ferrara, quello del basket. Il risultato è migliorato con il raggiungimento di un terzo posto finale nella regular season di campionato, ma la squadra in maglia nera si ferma nuovamente ai quarti di finale dei playoff contro la Lazio. La stagione d’oro è quella 2014/15, l’apice della carriera di Leopoldo Capurso, la prima però senza il vice Chiereghin rientrato in Puglia per allenare il Barletta. La squadra estense, infatti, dopo aver ingaggiato Edgar Bertoni e Coco Wellington, raggiunge le semifinali di Winter Cup e il sesto posto finale in campionato nella regular season. Ai playoff, la squadra del tecnico biscegliese compie l’impresa già nei quarti di finale, vincendo in gara-3 ad Asti, e in semifinale, vincendo gara-3 contro la favorita Luparense a San Martino di Lupari. La finale vede di fronte il Pescara di mister Colini che s’impone nei primi due confronti. Dopo la vittoria ai rigori di gara-3, arriva la sconfitta, sempre ai rigori in gara-4, che consegna il titolo agli adriatici. Sono diversi i biscegliesi al seguito in gara-4 a seguire la partita del PalaGiovanni Paolo II di Pescara. Il contratto con il Kaos è prolungato, ma il 3 dicembre 2015 avviene l’inaspettato esonero da parte della società ferrarese, dopo tre stagioni e mezzo e dopo pochissimi mesi da una finale scudetto persa dopo un percorso incredibile. Il sostituito sarà il vice Velimir “Vezza” Andrejić. Per Leopoldo Capurso si tratta del primo e unico esonero della sua carriera da allenatore. Dopo pochi mesi, all’inizio della stagione 2016/17, Capurso è scelto dal Real Team Matera per guidare la squadra lucana in A2, ma già a settembre viene rescisso il rapporto per problemi societari. Nel gennaio del 2017, Capurso è chiamato sulla panchina del Borussia Policoro, in A2, in sostituzione di mister Ceppi. La squadra lucana ottiene la qualificazione ai playoff, ma è eliminata dalla Feldi Eboli. Il sogno di Leopoldo Capurso è comunque quello di tornare ad allenare nella sua Bisceglie, sogno che si realizzerà durante l’estate del 2017, infatti, è lui il nuovo allenatore del Futsal Bisceglie, sempre in A2, del dopo Francesco Ventura. Il periodo in chiaroscuro però continua perché i risultati non rispondono alle attese, così dopo appena una sola stagione il contratto viene rescisso. Nella stagione 2018/19, Capurso allena il Real Dem di Montesilvano, stavolta in Serie B. Arriva una faticosa salvezza, poi lo stop. Una pausa di riflessione dopo una lunga corsa.

La carriera di Leopoldo Capurso è stata finora indubbiamente lunga e ricca di soddisfazioni, forse inimitabile. Tanti i successi, tante anche le delusioni ma sicuramente ci sono ancora altre pagine di storia da scrivere, con il suo nome, con la sua firma, col suo magico cappellino.

di Francesco Dell’Orco