Il personaggio del mese: Pino Milella, umiltà e successo

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Nelle scorse settimane ha prima concluso la sua vincente esperienza alla guida del Mantova e poi ha sposato il progetto Hellas Verona (leggi qui); oggi Pino Milella è il protagonista di un nuovo racconto della nostra rubrica dedicata ai pugliesi che hanno fatto la storia del nostro sport.

Ci sono storie che è un piacere scrivere per far conoscere ai più, in uno sport che non ha memoria, le vicissitudini di personaggi che prima di tutto si sono rivelati grandi uomini prima di dimostrare la loro bravura sul campo. Giuseppe Milella, per tutti Pino, incarna questa figura. Prima è stato un calciatore e un calcettista di successo, poi diventerà un allenatore stimato che otterrà grandi risultati in diversi club. Milella compare nel calcio a 5 agli albori della disciplina in Puglia. Nasceva a Bari il 6 luglio del 1965 ma è cresciuto nella sua Giovinazzo, tirando palloni contro i muri e verso le porte avversarie, con gli amici sull’asfalto e sui campetti nelle partitelle fino al tramonto, arrivando a calpestare la terra battuta del vecchio campo comunale di calcio. Ha giocato anche nei tornei estivi, persino il torneo della canicola a Bisceglie. Strada, polvere e sudore. Soprattutto tanto pallone.

Si sentiva ancora nell’aria l’euforia per la festa per uno scudetto conquistato a sorpresa nel 1980 dalla squadra che andava sulle rotelle, nella cittadina dell’hockey su pista, ma anche quel senso di rammarico e delusione per una Coppa dei Campioni svanita proprio sul più bello, in finale, contro il gigantesco Barcellona un anno dopo. Il pallone però è ancor più affascinante, lo è stato almeno per il giovane Pino. La cittadina operaia, quella delle ferriere, impazziva per gli eventi sportivi. Lo farà anche per il calcio a 5.
Nei primi anni Ottanta, più precisamente nel 1982, Milella era impegnato nel calcio a undici. Debutterà anche nel calcetto con il Giovinazzo, precisamente nel Gruppo Sportivo Football. Pian piano si costituirà quello che è considerato uno dei quintetti più forti di tutti i tempi del piccolo borgo sul mare, quello composto da Nino Ronchi in porta, Franco Bove, Mauro Bavaro, Pino Milella e Antonello Marrano. Dopo un anno di apprendistato, nel 1983, il maestro di vita e mister Vincenzo Aniello, guidando Pino e compagni, superava la fase regionale e quella interregionale, eliminando nell’ordine Matera e Agrigento. Quest’ultima fu annientata per 12-2, dopo che il Giovinazzo aveva perso in Sicilia per 6-2. Che ribaltone! Il G.S.F. Giovinazzo approdava così alla Poule Scudetto di Ancona, tra le migliori otto squadre d’Italia. Siamo in epoca precedente all’egida della FIGC. Il Giovinazzo fu inserito nel Girone A con i romani del Tor Carbone e del Saxa Rubra, più gli isolani della Lacco Ameno Ischia. I giovinazzesi si fermeranno in semifinale, ottenendo il terzo posto finale, con il rammarico di aver battuto inutilmente nel girone i futuri campioni d’Italia della Lacco Ameno che ebbero invece la meglio in finale sul Torino Millefonti.

Pino Milella giocava anche in Prima Categoria ottenendo però anche la prima convocazione in Nazionale maggiore per la trasferta in Cecoslovacchia. Ci andò con Tonello Marrano, erano i due frombolieri giovinazzesi. Milella col suo talento farà breccia anche nel cuore di Beppe Poliseno che se lo portò nella sua squadra, la Poliseno di Bari, già vicecampione d’Italia nel 1982. Qui trovò Domenico Amoruso, per tutti Mimmo, uno dei più forti giocatori pugliesi di tutti i tempi, anch’egli convocato in nazionale in quel periodo e il primo insieme a Milella ad accumulare presenze in Azzurro.
Pino sarà convocato ovviamente anche nella rappresentativa regionale guidata da Angelo Carone. Nel primo turno del Torneo delle Regioni, disputato a Modugno nel nuovo palazzetto “Cuoio e Pelli”, la Puglia batteva 8-2 le Marche con tripletta di Milella e doppietta di Amoruso. Il giorno successivo era battuto anche l’Abruzzo, 8-5, con quattro gol siglati sempre da Pino Milella. Poi però ci fu la sconfitta contro la corazzata Lazio, per 2-1. Al vantaggio del solito Milella rispondevano i laziali Pace e Barbi. Dall’altra parte c’erano anche il portiere goleador Bergamini e il futuro CT della nazionale Menichelli.

Nella stagione 1985/1986 la Poliseno presentava un bel roster, infatti, oltre Milella e Amoruso, c’erano i portieri Fabio Milillo e il giovane Mimmo Di Cosmo, il giovinazzese Mauro Bavaro, poi Sebastiano Romano, Giuseppe Gonnella, il talentuoso Roberto Castellaneta, Enzo Brucoli e Vittorio Fasano. Nel novembre del 1986 e a febbraio del 1987 arrivava per Milella la convocazione in Nazionale da parte del CT Enzo Trombetta, insieme al compaesano Nicola Ungaro, altro ottimo giocatore del calcio a 5 giovinazzese dell’epoca, per i tornei organizzati dalla FIFA a Budapest e a La Coruña. Sempre nel 1987, tornato per una breve parentesi al Giovinazzo, vinceva la coppa regionale, arrivando addirittura alla fase finale di Verrés, in Valle d’Aosta.

A fine stagione Milella cedeva stavolta alle lusinghe dell’Antonella Bari, alla corte del professor Angelo Carone, centrando poi la qualificazione alla Poule Scudetto nel 1988 e nel 1989, disputate rispettivamente al PalaGhiaccio di Merano e al Foro Italico di Roma. Nella prima stagione in porta c’era Ronchi, l’altro portiere era Di Cosmo. C’erano altri giovinazzesi oltre Milella, come Bavaro, Frasca e Ungaro, quindi Bianchi, Pesce, Cassano, Genchi, Nonnato, Trentadue, Vaccaro, Sisto e Lapedota. A questi si aggiungeranno nella stagione seguente Rinaldi e Tonello Marrano, suo compagno di squadra della prima ora. Milella oramai faceva parte stabilmente del gruppo azzurro, nonostante continui a giocare nel campionato regionale, nella stagione 1989/1990, seguendo il mister Carone nell’avventura con la Polisportiva Cellamare.

Nel 1990 avvenne la vera svolta della carriera e un enorme cambiamento di vita per Pino. Con la costituzione della Serie A con girone unico, Milella diventava un giocatore del Verona. Qui disputò ben quattro campionati di massima serie, riuscendo anche ad accumulare ben trentatré presenze in nazionale, con la realizzazione di cinque gol, uno dei quali segnato da capitano ai Mondiali di Hong Kong nel 1992, contro l’Iran. La spedizione guidata dal CT Vasco Tagliavini comprendeva i portieri Francesco Fradella e Massimo Rinaldi, e i giocatori di movimento Giancarlo Boncori, Paolo Minicucci, Andrea Famà, Giuseppe Milella, Roberto Menichelli, Massimo Quattrini, Roberto Matranga, Gianluca Cappellato, Agenore Maurizi e il fenomeno Andrea Rubei. Giocavano tutti in squadre romane, ad accezione dei “veronesi” Cappellato e Milella. Dopo la vittoria per 7-5 sul quotato Paraguay, arrivava la sconfitta con lo stesso risultato contro l’Iran. La sconfitta per 4-3 contro i vicecampioni del mondo dell’Olanda fu decisiva per l’eliminazione degli Azzurri.

Nel Verona, dove giocarono anche D’Ignazio, Dettori e Giordani, arriveranno sempre buoni piazzamenti in classifica: quarto posto nel ’91, con la Poule Scudetto giocata al Foro Italico di Roma davanti a un pubblico che raggiungeva anche le cinquemila unità, poi un altro quarto posto, ripetuto nel ’93, con la sconfitta nello spareggio contro la BNL nella Poule giocata sempre al Foro Italico, e un decimo posto nel ’94, con l’accesso comunque ai preliminari per la Poule Scudetto.

Nel 1994, Milella si trasferì al Palmanova, in Friuli Venezia Giulia, sempre in Serie A. D’estate però è sempre tornato in Puglia, la sua terra, dai suoi familiari e dagli amici. Nella “Città stellata”, Milella assumerà il ruolo di allenatore-giocatore. Qui giocava con gente come Asquini, Bearzi, Cavka e Moro, centrando nella seconda stagione il settimo posto e la partecipazione alla Poule scudetto, disputata sempre a Roma, dove sarà fatale lo spareggio per l’accesso alle semifinali contro il Città di Palermo. Dopo tre stagioni e abbandonato definitivamente il ruolo di player, nella stagione 1997/1998 Milella guidava in panchina la Virtus Rekord Five Verona, targata Green Life, in Serie B. Il quarto posto finale valse l’ammissione alla neonata Serie A2 ma Milella fu comunque chiamato per allenare in Serie A il Milano. Qui trovò i vari Goram M’Bow, Felice Mastropierro, Renato Fracci e il croato Mico Martic. Dopo una sola annata in Lombardia, nella stagione 1999/2000 Milella tornava ad allenare il Green Life Verona, approdato nel frattempo in Serie A. Poteva contare su giocatori come il portiere della nazionale croata Marijo Svigir, poi Ezio Sieff, il giovane tranese Alberto Ragno, arrivato tramite il consiglio fraterno di Pinuccio Casalino, Alessandro Roncolato, Gianluca Cappellato, “Pippo” Quattrini, Alfredo Esposito e i forti brasiliani Mauricio De Zordi e Renato Lopes. Arrivò un ottavo posto e l’eliminazione ai play off per mano del Petrarca Padova.

La stagione seguente, per motivi finanziari, la Virtus Rekord Five ripartiva dalla Serie B. Milella restava in panchina vincendo il campionato. Nella stagione 2001/2002, in Serie A2, con la squadra scaligera Milella centrava un ottavo posto, potendo contare su Svigir, Miscioscia, Roncolato, Cappellato, Esposito, il brasiliano Foletto e il giovane giovinazzese Alessandro Ciardi, la sua nuova scommessa. Nella stagione seguente, la 2002/2003, Milella otteneva un’altra promozione diretta dalla B alla Serie A2, stavolta con la matricola Virtus Brescia. Si era portato con sé Ciardi, Roncolato e soprattutto il possente Darci Foletto. Il pivot di Porto Alegre si rivelò decisivo nello scardinare le difese avversarie. Milella guidò la squadra lombarda per un altro anno, in Serie A2, schierando diversi stranieri tra argentini, un uruguayano e un brasiliano, Darci Foletto. Oltre a Ciardi ritrovò il figliol prodigo Alberto Ragno. La stagione culminò con una sfortunata retrocessione ai play out, unico risultato negativo nel primo decennio di carriera da tecnico.

Dal 2004 in poi, Pino Milella ha allenato diverse squadre venete che disputavano il campionato regionale, come il Cuore&Avanzi Verona, il Real Bonavigo e il Futsal Carmenta. Con quest’ultima compagine resterà per ben tre stagioni, ottenendo il doppio salto, dalla Serie C1 veneta fino alla Serie A2, ennesime promozioni del tecnico di Giovinazzo insieme alla vittoria della Coppa Veneto e della Supercoppa regionale. Durante l’estate del 2010, l’unione tra G.S. Giovinazzo e Atletico Giovinazzo porterà in dote come nuovo allenatore quel Giuseppe Milella che vent’anni prima aveva lasciato la Puglia per andare a giocare in Veneto. Il ritorno del figliol prodigo. Pino era un allenatore oramai affermato. Principale tessitore della trattativa è stato il diesse Gianni Lasorsa, con la costruzione in due anni di una squadra che non aveva stranieri bensì si basava sull’identità locale di atleti come Domenico Binetti, Enzo Marzella, Nicola Palermo, Francesco Bonvino, Vincenzo Montelli, Angelo Piscitelli e Raffaele Depalma. A questi si aggiunsero italiani provenienti da fuori come il portiere Armando Perottoni e Aissam Louanda, giocatore di origini marocchine. Con il palazzetto sempre stracolmo di gente, in una sorta di festa del sabato pomeriggio, in due stagioni bellissime di Serie B, arriveranno due brillanti piazzamenti con i play-off, in entrambe le circostanze dopo il quarto posto. Milella però tornerà ad allenare in Veneto. Nella stagione 2012/2013, con l’Atletico Arzignano arrivava l’ennesima promozione in Serie A2, ancora una volta attraverso un primo posto, com’era accaduto con la Virtus Verona, col Brescia e col Futsal Carmenta. Milella allenava giocatori come Leleco, Diego De Carvalho, Luciano Antonelli, Giuseppe Failla, Pablo Ranieri, Matias Daguerre e soprattutto il leggendario cannoniere Fabrizio Amoroso, autore di ben 56 gol in quel campionato. Nella stagione 2013/2014, forse la meno fortunata di un’intera carriera, Milella dava le dimissioni in Serie A2 a dicembre con la Futsal Tridentina. Nella stagione 2014/2015, Milella è ripartito dal Desenzano Calcio a 5, in un progetto ambizioso di Serie C2, ma si tratterà di una parentesi breve prima di una grande cavalcata.

Nel 2015, infatti, partiva un altro percorso, il più lungo, il più duro e affascinante. E’ così partita una scalata verso la vetta, un’impresa alla Fausto Coppi. Milella prendeva in mano una squadra, ancora una volta dalla Serie C2, stavolta per portarla nell’olimpo del futsal nazionale, la serie A. Ci riuscirà con la sua proverbiale umiltà in appena in quattro anni. Nella prima stagione riusciva a vincere i play off grazie alla vittoria sul Valdagno. E dire che la squadra lombarda del presidente Lucio Castelli e di Cristiano Rondelli prenderà poi parte anche alla Serie C1 veneta, un campionato difficile. Il Mantova arriverà secondo e sarà decisivo nei play off il doppio confronto interregionale contro i piemontesi dello Sporting Rosta, deciso ai tempi supplementari. In Serie B, nella stagione 2017/2018, arriverà un altro secondo posto, alle spalle del fortissimo Petrarca Padova, ma ci sarà soprattutto la vittoria dei play off superando Città di Thiene e Futsal Villorba per salire di categoria. E’ oramai un Mantova lanciato verso la vetta quello guidato sapientemente da Pino Milella. In Serie A2 arriverà un altro secondo posto, il quarto in quattro stagioni, sempre alle spalle del Petrarca. Trascinata dai gol dall’eterno Denilson Manzali e da Leleco, la compagine biancorossa conquistava la Serie A nei play off superando il Città di Sestu, con una memorabile rimonta in casa, e l’Atletico Cassano. E’ stato un ritorno in Puglia vincente, da avversario, violando il Pala Angelillo. E’ stata la sublimazione della fatica. Sfide fatte di sudore e di lacrime, gioia ed emozioni che esplodevano al momento del triplice fischio finale. La vetta era stata finalmente raggiunta. Mantova, città d’arte e di cultura, arrivava in Serie A, cosa mai avvenuta in questa disciplina. E’ un altro Piccolo Brasile, un altro capolavoro, non quello di Edmondo Fabbri, l’omino di Castelbolognese, è il Mantova dei miracoli dell’uomo di Giovinazzo, l’emigrante di successo.

In quella che è stata per tutti una sfortunata stagione, quella contraddistinta dall’interruzione per il Covid-19, il cammino del Mantova targato Kaos è stato fermato il 22 febbraio con la vittoria sul Pescara per 4-3, dopo aver già centrato la Final Eight di Coppa Italia, un altro traguardo storico. La nuova Serie A con sedici squadre non verrà più portata a termine, tutto il futsal si è fermato. Dopo cinque anni di battaglie, anche il binomio tra Milella e il Mantova si è interrotto. Una decisione sofferta, una scelta di vita dell’allenatore nato a Bari. Mantova gli deve molto, Mantova gli vorrà sempre bene. Nella stagione 2020/2021, Pino allenerà l’Hellas Verona, in serie B, nella sua seconda casa. Sarà un’altra sfida, dura e difficile, ma Pino sa benissimo come affrontarla. Farà bene, è il destino degli umili vincenti.

di Francesco Dell’Orco