Montemurro risponde: “Pervenute meno di 70 lettere, iniziativa unica e sconveniente”

546

Con una nota apparsa poco fa sul sito della Divisione calcio a cinque, il Presidente Andrea Montemurro ha risposto in merito all’iniziativa di cui vi avevamo parlato questa mattina (leggi qui) promossa da un gruppo di società del futsal nazionale.

“In riferimento a quanto apparso su alcuni siti specializzati di calcio a cinque – scrive il numero uno di Piazzale Flaminio – relativamente ad una “trionfale protesta contro la Divisione” promossa ad iniziativa di due presidenti di società e che avrebbe raccolto il consenso di oltre due terzi dei colleghi nazionali, nel merito di una lettera ciclostilata pervenuta agli uffici in numero ad oggi inferiore a 70 (che non sono proprio due terzi del movimento), con cui si richiede l’immediata chiusura dei campionati, la restituzione del 30% della tassa di iscrizione, del 30% delle spese di assicurazione e l’immediata restituzione della fidejussione bancaria o del deposito in danaro, si impongono alcune riflessioni.
Ritengo che l’esito di questa sfortunata stagione sarà dipeso da una emergenza sanitaria mondiale e non da un capriccio della Divisione o tantomeno della Lega Nazionale Dilettanti, pertanto appare abbastanza contraddittorio che si chieda da un lato di interrompere il campionato per il momento ancora sospeso, e nello stesso tempo si pretenda la restituzione della quota parte non goduta perché il campionato è stato interrotto.

Risulta oltremodo sconveniente una iniziativa di questo tipo, unica nel panorama di tutto il mondo del calcio dilettantistico – formato da 18 comitati regionali e due provinciali per un numero superiore a 10.000 società – nei confronti dell’organismo sovraordinato alla Divisione (Lega Nazionale Dilettanti n.d.r.), che potrebbe intervenire come una capogruppo di imprese nei confronti della subordinata che non rispetta la linea comune e avrebbe, pertanto, motivo di occupare il consiglio di amministrazione di quella controllata.
Si è voluto appositamente promuovere un incontro fra i rappresentanti delle società e il tavolo di lavoro del Consiglio Direttivo, perché si raccogliessero direttamente dalla base e di persona, quelle che sono le sensazioni e le proposte per affrontare soprattutto il dopo Coronavirus, e per evitare iniziative di gruppi sporadici, come quella di cui sopra, che servono solo ad alimentare spirito polemico e tensioni inutili, che fanno leva su facili schemi populisti, scimmiottando le campagne elettorali politiche di più bassa levatura.
Si è dato ampio mandato al tavolo di lavoro dei Consiglieri per la redazione di un documento di sintesi su tutte le tematiche del momento, documento che verrà portato al Consiglio di Lega (alla nostra “capogruppo”) e che verrà sostenuto con forza e determinazione.
Non c’è alcun dubbio che i Consiglieri, in questi incontri, sapranno cogliere e comprendere appieno i segnali e il significato delle loro proposte, traducendoli in soluzioni quanto più vantaggiose per le società innanzitutto, secondo l’invito che rivolto a loro e a tutte le componenti del movimento. Continua a non essere ascoltato quel grido di unione che viene ripetuto da mesi e che purtroppo continua a cadere nel vuoto.