Il personaggio del mese: Antonio Camporeale, la saracinesca

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Si può essere campioni e quindi personaggi da copertina, numeri uno, ma si può diventare grandi protagonisti lavorando in silenzio, con umiltà e abnegazione, con qualità umane che vanno ben oltre le doti tecniche che comunque ci sono state, come in questa storia.

Antonio Camporeale nasce a Bari il 4 marzo del 1981 ma è un giovinazzese doc. Diventa portiere di calcio passando dai campetti della strada al rettangolo di gioco dell’undici contro undici, com’è capitato ad alcuni altri grandi rappresentanti del ruolo diventati poi protagonisti nel futsal, come per esempio Claudio Lopopolo e Dino L’Abbate. Antonio si forma nel Giovinazzo di calcio, giocherà anche a Ruvo e nella Pro Molfetta, fino al 2005, calpestando campi in erba e rettangoli di giuoco polverosi in terra battuta, spazi ruvidi che ti fanno crescere, sudare e fare esperienza.
Proprio nel 2005, a ventiquattro anni, Camporeale è chiamato a difendere la porta del Giovinazzo di calcio a 5, in Serie B, con il neo tecnico Francesco Chiaffarato in panca. E’ un Giovinazzo giovane e rampante quello del presidente Antonio Carlucci, fresco di una salvezza ottenuta quasi per miracolo ai play out contro il Venafro. Antonio trova in squadra il leader Enzo Marzella con i vari Abbattista, Ciardi e Depalma, i giovani stranieri italo brasiliani Campanharo, Balthazar e Lossurdo, più l’ariete argentino Leo Cerrudo, ex Polignano come il tecnico. I biancoverdi soffrono, arrivano a disputare nuovamente i play out e, ancora una volta, riescono a salvarsi, stavolta battendo il San Gabriele Vasto nel doppio confronto.

Nella stagione successiva, la 2006/2007, la società conferma Chiaffarato e investe sul mercato per arrivare nelle prime posizioni. In porta arriva Antonio Dibenedetto, cosicché l’altro Antonio, Camporeale, deve fare da vice a uno dei più forti ed esperti portieri pugliesi di sempre. Allenarsi insieme a un grande come Zazzà non può che giovare ai colleghi di ruolo, del resto lo stesso Camporeale ha ancora poca esperienza nel futsal giocato e a certi livelli, in pratica solo un anno di attività sulle tavole del palazzetto di Viale Aldo Moro. In squadra arrivano anche i palermitani Fabio Lima e Andrea Di Trapani, quest’ultimo direttamente dal Bisceglie calcio a 5 come Dibenedetto e il centrale barlettano Franco Ricco. Tra i nuovi anche il motorino brasiliano Fabio Cilli, l’ex Pro Scicli Nelson Neto, il pivot Darci Foletto e il genio folle di Edu, insomma, tanta qualità ed esperienza. Il Giovinazzo arriverà secondo alle spalle del Modugno di Max Bellarte, pagando a caro prezzo la lunga querelle legata al tesseramento di Edu. Nonostante ciò, i biancoverdi disputeranno i playoff fermandosi contro il Futsal Vesevo, squadra di Serie A2, quando i playoff mettevano di fronte squadre delle due categorie contigue. La successiva ammissione in A2 suggellerà il desiderio di una piazza in fermento per la sua squadra, con medie sempre superiori ai mille spettatori a gara, cifre che si ripeteranno costantemente anche in seguito.

Per Camporeale nel 2007 avviene il passaggio in prestito al Real Molfetta, in C1, dove trova come nuovi compagni i vari Giuseppe Di Chiano, Giovanni Rutigliani, Filippo Vallarella, Alessandro Ciardi, il pistolero Nico Colangelo, Luigi Minervini, Nico Allegretta, Nicolò Cirillo e Vincenzo Di Palma, con Doriano Catino in panchina. Il Real arriverà secondo alle spalle del fortissimo Fasano, affidandosi alla saracinesca Camporeale, definito dalla stampa come atleta affidabile e dalla grande esperienza tra i pali. Il 5 gennaio del 2008 arriva addirittura il trionfo nella Coppa Italia regionale, con il 3-0 ottenuto contro la Virtus Monopoli al PalaSanGiacomo di Conversano. Il percorso nella fase nazionale è contraddistinto dall’epica rimonta sui siciliani della Enzo Grasso Siracusa nei quarti di finale e dalla sfortunata semifinale persa contro la forte Civis di Colleferro. Fatali i playoff in finale proprio contro la Virtus Monopoli, battuta pochi mesi prima in coppa. Le gesta e le prestazioni di Camporeale, ottimo tra i pali e anche bravo con i piedi, porteranno nel 2008 al passaggio definitivo di Antonio in biancorosso. In panchina si parte con il nuovo allenatore Miki Grassi cui subentrerà Nino Pazienza, mentre si aggiungono in organico i vari Gonzalo Marengo e Gonzalo Paglia, entrambi argentini, Gerardo Lavolpicella, Vincenzo Capozzi, Marco Diomede, Enzo Marzella, Giampaolo Piacenza e un giovane promettente, Antonio Toma. La cavalcata del Real Molfetta terminerà con un testa a testa con l’Atletico Giovinazzo di Diego Iessi, vincitore del campionato con un solo punto in più dei cugini. Esito fotocopia della precedente stagione anche i playoff con la finale regionale persa solo ai rigori contro lo Sporting Modugno.

Il salto in B delle aquile molfettesi, avvenuto attraverso il ripescaggio, porterà in biancorosso il portierone Claudio Lopopolo, cosicché Antonio si trasferirà alla Torre Pino Spinazzola del presidente Carmine Pantone, in Serie C1, con l’obiettivo di salvarsi. E’ un’annata dura quella della squadra murgiana, costretta, però, a retrocedere ai play out. Per Camporeale è un momento difficile, ci sarà addirittura un anno d’inattività agonistica prima del rientro con la New Stars Bari in Serie C2 nella stagione 2011/2012. A guidare la squadra c’è Giuseppe Rutigliani e diversi giocatori che hanno fatto la categoria superiore, soprattutto diversi atleti giovinazzesi, ma ciò non basterà. L’esperienza di questa stagione termina con un piazzamento a ridosso della zona play off e nulla più.
Nell’estate 2012 Camporeale torna all’ovile, quel Giovinazzo Calcio a 5 che lo aveva lanciato nel futsal. E’ l’anno della diaspora, con diversi atleti che sono andati via, non ci sono stranieri, ci sono poche risorse e pochi spettatori sugli spalti. Il gruppo allenato da Nino Pazienza otterrà comunque una miracolosa salvezza, con Antonio autore di ottime prestazioni e anche di un gol. In squadra c’è il capitano Enzo Marzella con Giuseppe Barbolla, Domenico e Francesco Bonvino, Michele De Liso, Francesco Murante, Enzo Antuofermo, Enrico Barione e Fabio Lasorsa. Sono un gruppo di uomini duri, nelle difficoltà tirano fuori il meglio sovvertendo i pronostici d’inizio stagione.

Camporeale per un periodo rimarrà fuori dai ranghi per rientrare nella stagione 2015/2016 quando torna a giocare nel Giovinazzo, sempre in Serie B. E’ un Giovinazzo senza stranieri, mentre il titolare tra i pali è il giovane Stino Di Capua, in panchina c’è mister Roberto Chiereghin. La stagione successiva Camporeale è ancora presente, sempre come vice di Di Capua, con gli importanti innesti di Morgade e Rafinha che portano i biancoverdi fino al secondo posto finale, dietro l’Isernia, e quindi fino ai quarti di finale play off dove è fatale il confronto contro l’Odissea Rossano. La squadra calabrese prevarrà soltanto dopo una lunga serie di tiri di rigore.
La carriera di Antonio proseguirà con due grandi stagioni ricche di soddisfazioni, le ultime del suo lungo percorso sportivo, entrambe con Danilo Danisi nella veste di allenatore e Gaetano Pazienza nella veste di direttore dell’area tecnica. Prima in quella 2017/2018, con il quinto posto ottenuto in Serie C1 con il Futsal Andria, poi con la 2018/2019 con il brillante secondo posto, sempre in C1, con la Polisportiva Five Bitonto, alle spalle dell’Editalia Barletta. La squadra è una forte truppa che include, tra gli altri, giocatori come Alessio Barile, Alberto Campanale, il bomber Sergio De Cillis, Gigi Palermo, Francesco De Scisciolo, Michele De Liso, Paolo Forini, Luigi Giancola, Antonio Lovascio, Domenico Orlino, Raffaele Santoruvo ed Enrico Verriello. La squadra neroverde si fermerà ai play off contro l’Olympique Ostuni, in finale, non male per una nuova realtà del futsal regionale.

Si è chiusa così la carriera di Antonio Camporeale, a trentasette anni, senza lustrini ma con grandi soddisfazioni, tanta umiltà e abnegazione, con la vittoria della Coppa Italia regionale nel 2008, le finali play off di C1 raggiunte in ben tre occasioni e le salvezze ottenute in extremis. Un grande atleta che ha lasciato il segno.

di Francesco Dell’Orco