Il personaggio del mese: Tommy Alessandrino, dribbling e gol

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C’era una volta un ragazzino vivace col pallone. Correva e saltava l’uomo, dribblava, forse si ispirava a Roby Baggio, forse ad un giovanissimo Alessandro Del Piero. Immagini rigorosamente in bianco e nero, come la maglia della sua squadra del cuore, gol realizzati sull’asfalto ma anche sui campi polverosi del settore giovanile, prima della Fulgor Ceglie, poi della CAGC Carbonara dei mister Dell’Acqua, Tonino Tucci e Muzio De Matteo.

Nasce a Bari il 18 novembre del 1975 e muove i primi passi, come detto, nel calcio a 11. La prima volta in cui Tommaso Alessandrino gioca a calcio a 5 a livello agonistico è nella stagione 1992/1993 con l’ACDS Carbonara di mister Straziota, in Serie C. ACDS stava per Associazione Carbonarese Donatori di Sangue. Una fugace apparizione in un campionato dominato da Olimpia e Bari Calcio a 5. “Tommy” è un universale. Destro naturale, impara a difendere ma soprattutto ha soluzioni imprevedibili nella fase offensiva. La svolta avviene durante la stagione 1995/1996 con l’esordio in Serie A col Bari Calcio a 5 di Domenico Amoruso all’età di vent’anni.

Amoruso, il deus ex machina del mitico Latte Perla, arbitrava una partita di un torneo che si disputava nei suoi campi. Alla fine del primo tempo, la squadra di Tommy era avanti per 3-0, proprio con una sua tripletta. Amoruso lo avvicinò chiedendogli se fosse tesserato. In quel periodo Alessandrino tornava da un infortunio alla schiena e non era tesserato, così gli fu chiesto se volesse giocare a calcio a 5. Fu così invitato ad allenarsi. Il giovedì firmò il tesseramento e il sabato ci fu l’esordio in casa, al De Palo, con vittoria per 2-1 contro il Milano. Era il 2 dicembre del 1995. Tommy iniziò a giocare con più frequenza e più minuti, trovando il gol in diverse occasioni. Nella terza giornata del girone di ritorno, con la squadra in grave crisi finanziaria, si andò in trasferta ad Augusta. In Sicilia, in distinta per il Bari c’erano solo sei uomini: Mazzarella in porta, poi Racanelli, De Toma, Ronco, Sodano e Alessandrino. La partita terminava 9-3, ovviamente a favore dei fortissimi padroni di casa, come racconta Raffaele Capaldi de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, e Tommy andò in gol dimostrandosi anche uno dei migliori, l’ultimo ad arrendersi in una battaglia impari. Al termine della gara, il presidente dell’Augusta entrò nello spogliatoio dei baresi complimentandosi con i sei leoni che si erano battuti con orgoglio, indicandone però uno in particolare, Alessandrino. Il presidente siracusano esclamava, davanti a dirigenti e compagni di squadra, che voleva Tommy nella sua squadra per la stagione successiva. La società dell’Augusta avrebbe provveduto alla sistemazione del lavoro, del vitto e dell’alloggio. Quel matrimonio però non si fece. A distanza di tempo però si è scoperto che il Bari aveva chiesto una grossa somma di danaro per liberare il giocatore, soldi che sarebbero poi serviti per iscrivere il club in Serie B dopo la retrocessione. Per Tommy sarebbe stata una svolta di vita in una squadra che di lì a poco avrebbe accolto giocatori come Junior e Adriano Foglia.

Seguì un periodo di inattività agonistica e il servizio militare, all’epoca obbligatorio. Nella stagione 1998/1999, Tommy si accasava al Modugno, in Serie B, dove resterà fino al novembre del 2000. Qui ritrovò Maurizio Mazzarella in porta insieme all’altro portiere Piero Schiralli. Poi c’erano Schittulli, Castellaneta, Massarelli, Trimigliozzi, Tesauro, più i barlettani Marcello Borracino e Ruggiero Passero. Il mister era Biagio Stragapede, artefice della splendida avventura consumata col Ville Neuve di Barletta. Durante la stagione 2000/2001 avvenne il passaggio alla Magis Bari, in Serie C, dal suo mentore Mimmo Amoruso. In quella stagione Real Gravina e Real Polignano andarono avanti nei play off mentre durante la stagione successiva ci fu il trasferimento verso l’ambiziosa Unione Sportiva Polignano, sempre in Serie C. In panchina c’era Francesco Chiaffarato, in campo, oltre Tommy, c’erano i vari Centrone, Vitto, Recupero, Mancini e Delledera. Il presidente era Agostino Narracci. L’US vinse il proprio girone dopo un testa a testa con i concittadini del Real. Ai play off, ai quarti fu superato il Mediterraneo Manfredonia, in semifinale il Criptalie di Grottaglie e nella doppia finale l’ostico Sport Five Putignano con due vittorie. L’US Polignano, nell’apoteosi cittadina, approdava così in Serie B. Per Alessandrino si trattava del primo campionato regionale vinto in carriera.

Seguivano tre stagioni da protagonista in Serie B, giocate da capitano sempre sul sintetico del Mariano Siesto, un campo molto piccolo nel centro di Polignano, però sempre gremito di tifosi. Nella stagione 2002/2003, la matricola terribile dell’US chiudeva seconda ad un solo punto dal CUS Campobasso. Nei play off, l’avventura si chiudeva al primo turno contro il Pomezia. In squadra c’erano anche Angiulli, Andresini, Marasciulo e il brasiliano Edu. L’anno successivo, i rossoverdi chiudevano al terzo posto e, dopo aver superato la Casertana, dovevano arrendersi ai play off contro l’Ostia che addirittura violava il fortino del Siesto dopo i tempi supplementari. Infine la stagione 2004/2005, sempre con Chiaffarato come guida tecnica, con gli innesti degli stranieri Ritacco, Bresolin e Zerbini. Anche stavolta la serie A2 veniva solo sfiorata, il 23 aprile del 2005, infatti, al PalaDolmen di Bisceglie, i padroni di casa e l’US erano sull’1-1 e a soli 4” dal suono della sirena Zerbini colpiva un clamoroso palo. Il gol avrebbe dato l’A2 ad Alessandrino e compagni. Tommy sarà l’ultimo ad arrendersi, così come nei play off, dove veniva superato l’ATS Cagliari, ma i sogni di gloria dei pugliesi si infrangevano contro il Divino Amore Roma. Tre stagioni in Serie B e per tre volte venivano raggiunti i play off.

E’ in questa stagione che Tommy, Paolo Di Grassi, all’epoca dirigente dell’US, il sottoscritto, Sandro Paes, Carlo Bonetti e pochi altri si riunivano sul forum de “Ilcalcioa5.com”, una sorta di caffè dello sport, un centro di discussione per pochi intimi. Viaggiavamo nella rete ancora con la connessione analogica, senza la possibilità di vedere gli highlights delle partite semplicemente perché non esistevano; a malapena riuscivamo ad avere i marcatori degli altri campi!
Nel 2005, Tommy tornava per una stagione al Modugno, in B, e manco a dirlo, con mister Massarelli in panchina, dopo il secondo posto a due soli punti dallo Sport Five, il salto di categoria s’interrompeva ai play off ancora una volta contro i romani del Divino Amore. La stagione 2006/2007 segnava il trasferimento di Alessandrino verso il Calcetto Ruvo del general manager Luciano Savi ma per pochi mesi, infatti, poi avviene il successivo ingaggio da parte dell’ambizioso C.S.G. Putignano, in Serie C1, con Angelo Mastrocesare in panchina. Con una squadra di ottimo spessore arrivava la vittoria del campionato, il secondo vinto da Tommy, ma dopo non c’era la conferma. Cosicché nella stagione 2007/2008, Tommy iniziava la stagione con I Metropolitani di Carbonara, matricola terribile di Serie C1, rimanendovi fino a novembre (cinque partite, cinque vittorie), quando passava al Biancoazzurro Fasano. Vincerà qui il suo terzo campionato di Serie C1, era il Fasano di Segundo, Baraldi, Rodrigo, Anderson, Impedovo, Betinho e Potente, oltre Tommy. Una vera e propria fuoriserie per la categoria con in panchina Vincenzo Recupero.

Nella stagione seguente, Tommy iniziava la stagione con il Fasano in B, con Pablo Parrilla in panchina, per poi trasferirsi al Sammichele, in C1. E’ una stagione tormentata, da dimenticare, soprattutto per eventi extracampo. Nell’estate del 2009 c’è un ritorno a un vecchio amore, l’US Polignano, caduta in B dopo l’esperienza in Serie A2. E’ una squadra fortemente ridimensionata nel budget e quindi nelle ambizioni ma, guidata da mister Recupero, vengono lanciati anche alcuni giovani tra cui il talento di Felipe Manfroi. Stavolta si gioca nel tensostatico Pala Gino D’Aprile e i play out vengono evitati per un soffio. Nella stagione 2010/2011, Alessandrino inizia con il Futsal Mola, matricola di Serie B nata dall’unione tra Real e Virtus, con Piero Di Bari in panchina, ma qui resta fino a dicembre perché poi avviene il passaggio al Città di Bari, in Serie C1, dove raggiunge la salvezza nella veste di allenatore-giocatore. E’ un miracolo sportivo. La squadra era ultima al termine del girone di andata, nel ritorno invece addirittura sfiorava i play off!

La stagione successiva, però, con una squadra fortemente ridimensionata, il Città di Bari retrocede. Per Tommy è stato un ritorno al passato, perché il Città di Bari giocava le gare interne al De Palo dove lui aveva esordito in Serie A con Amoruso. Nella stagione 2012/2013, Alessandrino resta fermo per poi concludere la sua esperienza con l’Adelfia Futsal, in Serie C1, nella stagione 2013/2014. L’ultima chance da giocatore poteva essere rappresentata dal Modugno allenato da Maurizio Mazzarella nella stagione 2014/2015 ma l’accordo saltava. La sua carriera si è conclusa così, forse non come lui meritava, un po’ in chiaroscuro. Il suo grande rammarico è stato sicuramente quello di non aver realizzato almeno una presenza in nazionale. Alcuni ci sono arrivati senza dimostrare di essere più forti. La stessa sorte è capitata anche ad un altro grande giocatore pugliese come Michele Morrone. Pazienza, doveva andare così.

In questi ultimi anni, Tommy ha scelto di allenare i ragazzi nel calcio a 11, lavorando al fianco di professionisti del settore come Antonio Di Gennaro, Michele Andrisani e Marcello Sansonetti, per la Pro Calcio Bari, per quattro anni, mentre attualmente è responsabile tecnico della scuola calcio Snupy di Carbonara. Tommy Alessandrino ha dimostrato in più di vent’anni di carriera, nonostante tanta cattiva sorte, di essere stato un esempio da seguire, per impegno, dedizione e attaccamento alla maglia, soprattutto nelle splendide stagioni vissute a Polignano. Per questo motivo, la scelta di allenare i giovani nella loro fase di formazione rappresenta una notevole sfida perché è una grande responsabilità far crescere nuovi talenti attraverso una disciplina attenta che parte da un eterno ragazzo che ha fatto tanta gavetta per poi lasciare il segno nella storia della disciplina a livello regionale. E questo nessuno potrà mai negarlo.

di Francesco Dell’Orco