Lamanuzzi: “Arbitrare, una esperienza che ha condizionato in positivo la mia vita”

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Ha esordito in A poco più di cinque anni fa in Pescara-Lazio, ed in poco tempo è diventato sembra ombra di dubbio uno degli arbitri più affidabili delle categoria. Lui è Donato Lamanuzzi e quest’anno avrebbe dovuto concludere la sua carriera, interrotta prematuramente dall’emergenza sanitaria da Covid-19.

“Fino alla sospensione stavo disputando una stagione entusiasmante”, esordisce Lamanuzzi, “sia a livello di prestazioni che di entusiasmo, forse perchè una serie A con 16 squadre non mi era mai capitata in carriera e stavo arbitrando con una frequenza gratificante, visti i tanti sacrifici che vengono fatti durante l’anno. Fino alla precedente stagione era raro arrivare a 10 gare stagionali nella massima serie, quest’anno a febbraio ero già a quota 10 e c’era ancora una bella fetta di campionato da affrontare e soprattutto la Final Eight programmata a Faenza”.

Nella stagione in corso tanti match difficili da dirigere, l’ultimo il 22 febbraio in Came Dosson-Italservice Pesaro, adesso prende piede la consapevolezza che quella in terra veneta sia stata l’ultima in carriera, “Per ogni arbitro di futsal, il decimo anno è quello più bello da affrontare, carico di emozioni forti perchè si chiude un ciclo della propria vita. Vengono condivisi con i colleghi pari anno dei momenti speciali”, confessa l’arbitro della Sezione di Molfetta, “durante i quattro raduni che lasciano ricordi indelebili nella vita di ciascuno. A fine stagione poi si arbitra la ‘gara più importante’, sia ai fini della classifica che come preparazione e ricordo di quell’evento che non sarà mai dimenticato. Il Covid-19 quasi sicuramente ha ‘troncato’ prematuramente la mia carriera (e dei miei 13 colleghi decani), togliendoci oltre che tre mesi pieni di campo, anche l’ultimo raduno e l’ultima gara; sicuramente un peccato, ma dobbiamo ritenerci comunque dei privilegiati perchè siamo riusciti ad arrivare al decimo anno, si parte sempre con una cinquantina di neo immessi ogni anno e si arriva al traguardo in 10/15”.

Ben 46 gare arbitrate nella massima serie, due finali scudetto consecutive dirette, cosi come 2 Final Eight consecutive, emozioni indimenticabili, “L’esperienza da arbitro ha condizionato positivamente la mia vita”, sottolinea Lamanuzzi, “i valori che ti vengono inculcati te li porti sempre dentro, in campo e soprattutto fuori. Essere stato arbitro di futsal poi, dove il gioco è talmente rapido che non hai mai la possibilità di pensare e devi decidere in una frazione di secondo (e lo puoi fare solo se hai una base regolamentare forte), mi ha plasmato a livello caratteriale, tanto che la rapidità decisionale e la neutralità sono diventate pratiche quotidiane anche nell’ambito lavorativo. Di questa esperienza mi porterò dentro tantissimi ricordi, la maggioranza piacevoli”, ammette l’arbitro di Bisceglie, “ma anche qualcuno meno bello che comunque è servito per la mia crescita. Di sicuro la mia prima finale scudetto, Gara 1 Luparense-Acquaesapone, il 30 maggio 2018, in un gremitissimo Palazzetto a Bassano del Grappa con la banda che suonava l’inno Nazionale, resterà indelebilmente nella mia mente”.

Nel 2001/02 l’esordio come arbitro di futsal, adesso in prossimità del finale di carriera a Lamanuzzi chiedere di dare un consiglio ad un nuovo potenziale erede diventa automatico, “Ai colleghi più giovani che passano dal calcio al futsal dico sempre si non sentirsi mai inferiori, perchè le soddisfazioni che può dare il futsal sono enormi, l’arbitrare a stretto contatto con calciatori e pubblico dà emozioni indescrivibili, e le possibilità di raggiungere la massima serie sono sicuramente maggiori rispetto a quelle del calcio. Il mio karma”, conclude Donato Lamanuzzi, “è stato sempre l’equilibrio, bisogna trovarlo mediando tra gli impegni sportivi, familiari e lavorativi senza mai cercare alibi, questo è quello che cerco di trasmettere loro”.